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Mostre | Dal 21/03/2024 al 28/04/2024

Inge Höher

Inge Hoer

Boboli nell’occhio dell’artista. Dipinti fiorentini

 

La mostra di Inge Höher. Boboli nell’occhio dell’artista. Dipinti fiorentini presenta alcune opere della pittrice ispirate dalla magnifica presenza nel Giardino di Boboli di arte e natura, siano le sculture antiche oppure le variazioni di colori della corteccia del platano nelle sue mutazioni stagionali o le diverse posizioni assunte dal grande airone in volo sopra le siepi.

È uno spazio che l'artista considera una sorta di isola felice, dove ritrovare la quiete per pensare ed ideare nuovi dipinti, soprattutto misurandosi con le atmosfere di natura in esterno: lei che per gran parte della carriera aveva privilegiato ambientazioni in interni. Era stata educata in tal senso all’Accademia di Belle Arti di Berlino da Berhard Doerries, pittore molto considerato a livello internazionale, soprattutto per i suoi soggetti di natura morta o per i suoi d’après ispirati agli affreschi di Piero della Francesca di Arezzo, che riproduce in grandi dipinti durante i suoi soggiorni in Italia.

Inge Höher  per lungo tempo predilige il tema della finestra quale soglia e congiunzione tra interno ed esterno, elemento di dialogo tra i soggetti immobili, come gli arredi, e la natura che muta col passare delle stagioni.  

Dipingendo en plein air nel Giardino di Boboli approda a una visione multisensoriale dello spazio e trae ispirazione dalle statue antiche, monumentali abitanti, dall’ oasi della Vasca dell’Isola come dagli esseri viventi che abitano quello spazio: uccelli, piante, cespugli, i grandi vasi di terracotta che ospitano antiche piante di limone, gli anemoni in primavera o i cespugli di alloro profumato.

Ravvicinati soggiorni italiani di una donna del nord che delle sedute di pittura nel giardino della reggia di Pitti ha fatto una consuetudine affettuosa. Oggi le sue opere hanno trovato come ambientazione il raccolto Saloncino neoclassico delle Statue nella Galleria d’Arte Moderna, quieto e inondato di luce. Dai finestroni la piazza, la città e un dialogo fra interno e esterno che giunge a proposito giacché si svolge a pochi passi dall’immenso parco monumentale. Passeggiare nel Giardino di Boboli era d’obbligo ai tempi del Grand Tour, ma tuttora la ricchezza dell’arredo, naturale e scultoreo, le fontane, il lorenese caffè in cima alla collina rimangono una meta obbligata per turisti di ogni dove. Dipingere aiuta a introiettare l’ambiente circostante per restituirlo insieme alla propria individuale sensibilità e l’energica Inge Höher della sua visione del Giardino parla volentieri da ospite abituale capace di ritrovare ogni volta la consuetudine di chi stabilmente abita nella nostra città.

 Oltre alle considerazioni che ogni singolo può fare sulle opere che vede, una esposizione come questa invita il pubblico a una necessaria e più ampia riflessione sull' importanza dei giardini monumentali come polmoni verdi del tessuto urbano da conservare e tutelare al pari delle opere d’arte che hanno ispirato e continuano a ispirare.

Questa è una esposizione – sottolinea la curatrice Simonella Condemi – che invita lo spettatore ad una ampia riflessione sull'importanza dei polmoni di beni naturali come il Giardino di Boboli, beni che vanno conservati e tutelati come le opere d’arte che da sempre vi hanno trovato la loro perfetta ispirazione”.

 

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